Caffeina

La caffeina è uno dei principi attivi più consumati al mondo. È possibile trovarla in caffè, tè, Coca Cola, cioccolato e bevande energetiche. La quantità di caffeina in ogni prodotto è diversa:

  • – Tazza di caffè da 125 ml: +/- 80 mg.
  • – Lattina di bevanda energizzante da 250 ml: +/- 80 mg.
  • – Tazza di tè da 125 ml: da 30 a 50 mg di caffeina.
  • – 250 ml di Coca Cola (zero): 24 mg di caffeina.
  • – Fanta e Sprite: 0 mg di caffeina.
  • – Cioccolato fondente (100g): 43mg.
  • – Cioccolato al latte (100 mg): 20 mg.

In genere, si pensa che la caffeina possa far male al cuore. Tuttavia, non è mai stato dimostrato. Al contrario, un moderato apporto di caffeina è stato correlato a un miglioramento di alcuni fattori di rischio cardiovascolare, fra cui il diabete mellito di tipo 2, la depressione e l’obesità.

Inoltre, il consumo moderato di caffè è associato a esiti cardiovascolari favorevoli. Uno studio ha rilevato che, rispetto ai non bevitori di caffè, il consumo leggero e moderato di caffè (fino a 5 tazze al giorno) è stato associato a un rischio inferiore del 12% di morte per tutte le cause, del 17% di morte per patologie cardiovascolari e del 21% di ictus.

Il meccanismo non è ben noto, ma si sospetta che la presenza di antiossidanti abbia un effetto benefico.

Ma, forse sorprendentemente, diversi studi hanno dimostrato che il consumo di caffè non aumenta il rischio di fibrillazione atriale. Anche assunzioni elevate di caffeina superiori a 600 mg al giorno non erano correlate a un maggiore rischio di fibrillazione atriale e questo vale per tutti i prodotti che contengono caffeina. Un consumo moderato di caffè (da 0,5 a 3 tazze al giorno) avrebbe persino un effetto protettivo e ridurrebbe il rischio di sviluppare la fibrillazione atriale.

Da dove deriva la cattiva reputazione della caffeina? È noto che un consumo eccessivo di caffeina può portare a effetti negativi come insonnia, mal di testa e ansia. Può anche causare palpitazioni. Tuttavia, questo è soprattutto il risultato di un’accelerazione del ritmo cardiaco normale, che è spesso interpretato erroneamente come aritmia.

Ciononostante, ci sono state anche segnalazioni da parte di individui che hanno avuto attacchi di cuore dopo un massiccio e ricorrente consumo di caffeina, soprattutto sotto forma di bevande energetiche. In genere, il consumo di questi prodotti a base di caffeina è stato superiore a 1 litro al giorno.

In conclusione, al momento non ci sono prove che suggeriscano che l’assunzione di caffeina faciliti l’insorgenza della fibrillazione atriale.


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